In epoca normanna fu abitato dai membri della Famiglia Drengot signori di Alife e strettamente imparentati con Re Ruggero signore di Sicilia il quale farà privare il Castello di una delle sue torri come punizione verso il cognato da sempre suo feroce avversario e finalmente sconfitto. Scarne sono le notizie che riguardano il Castello durante la dominazione sveva: l’Imperatore Federico II fece compilare un censimento dei castelli che erano venuti in suo possesso al fine di conoscerne le condizioni di staticità. Il Castello di Prata risulterà integro e non bisognoso di operazioni di restauro. Nel periodo angioino Filippo di Villacoublai, signore di Prata, si dividerà fra questo possedimento e la corte di Napoli. Dal Sovrano Carlo d’Angiò verrà infatti incaricato di proteggere insieme a sessantaquattro armigeri al suo comando il cantiere di edificazione della nuova Reggia: il Maschio Angioino. IL Castello di Prata passerà successivamente alla potente famiglia dei Capuano e diventerà quindi feudo della Famiglia Pandone a seguito delle nozze di un suo rappresentante, Carlo, con Marcuzza Capuano. Dal loro matrimonio nascerà un unico figlio Francesco il quale riceverà riconoscimenti, possedimenti ed onori dal Sovrano angioino prima e successivamente dal Re Alfonso d’Aragona. Quest’ultimo, per esprimere la sua grande considerazione verso il condottiero, farà scolpire la sua figura insieme a quelle degli altri dignitari che appaiono riprodotti sull’arco trionfale che sovrasta l’ingresso al Maschio Angioino e che ricorda l’ingresso a Napoli del Re Alfonso. Il dominio della dinastia Pandone si estinse nel 1528 con Enrico processato e giustiziato a Napoli con l’accusa di ribellione e di tradimento. Nella prima metà del Cinquecento, Filippo II, figlio dell’Imperatore Carlo V, farà compilare una relazione sui possedimenti feudali pervenuti in suo possesso. Il feudo di Prata sarà descritto come una terra molto fertile, ricca di vigne, di oliveti, di molini tanto da valere “diez mil ducados de oro con un castillo bello en lo alto monte que segnorea la tierra…” Risale a questo periodo l’assegnazione del feudo alla Famiglia Rota, originaria di Asti e scesa nel Regno di Napoli al seguito di Carlo d’Angiò. Antonio Rota risulta assegnatario dal 1534. L’esponente più illustre fu Berardino, noto come uomo d’arme e letterato. Suo è un epigramma composto in latino dedicato al fiume Lete che scorre ai piedi del Borgo medievale: “Ad Lethen flumen apud Pratam ditioni suae oppidum…”. La famiglia Rota interverrà con donazioni ed abbellimenti realizzati nell’antica struttura del Convento di San Francesco costruito per volere di Carlo Pandone. Alla fine del Seicento e per tutto il secolo successivo Prata diviene feudo della Famiglia Invitti che assume il Castello come residenza periodica e ne cura la trasformazione di molti ambienti. Anche questa Famiglia favorirà l’arricchimento del Convento di San Francesco, commissionando un nuovo pavimento in mattonelle dipinte a mano come anche della Chiesa parrocchiale di San Pancrazio nuovo. A partire dai primi anni dell’Ottocento il Castello subisce importanti restauri ad opera dei nuovi proprietari i quali la detengono da oltre duecento anni: le volte verranno abbassate e decorate con motivi floreali, i pavimenti saranno ricoperti da mattoni in cotto. A questa è affidato il compito di custodire la storia e le strutture murarie con regolari interventi di manutenzione. . Dal 1984 il Castello è stato dichiarato monumento di interesse storico-artistico ed è sottoposto a vincolo da parte del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali. Il castello di Prata Sannita, storicamente conosciuto come Castello Pandone dal nome della famiglia che lo ha posseduto per due secoli (sec. XIV e sec. XV) insieme con altri castelli della vicina regione Molise, fu edificato in epoca longobarda come presidio militare. L’Associazione Castello di Prata Sannita, ha come finalità la valorizzazione della cultura come mezzo di promozione del territorio. Associazione Visite guidate Eventi e manifestazioni / La Storia del Castello
IL CASTELLO, NATO ALL’INIZIO COME FORTEZZA PER SOLI UOMINI D’ARME FU PRESUMIBILMENTE ANCHE LUOGO DI SOSTA PER QUEI CAVALIERI CHE NELL’ALTO MEDIO EVO RAGGIUNGEVANO I PORTI DELL’ITALIA MERIDIONALE, IN PUGLIA, PER APPRODARE AI TERRITORI IN TERRA SANTA E CHE DI RITORNO DA QUESTA PERCORREVANO LO STESSO CAMMINO DOPO AVER CONCLUSO LE LORO OPERAZIONI DI PROTEZIONE E DI DIFESA DEI PELLEGRINI A GERUSALEMME.
Il Castello di Prata Sannita
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