/ Il Castello di Prata Sannita
Il castello di Prata Sannita sorge su un costone di roccia sfruttando le asperità naturali e sovrasta il piccolo Borgo Medioevale in parte ancora cinto dalle mura merlate nel lato Est, verso il fiume Lete.
Il primo impianto del complesso monumentale, come anche del Borgo sottostante, risale all’anno Mille quando il villaggio di “ Prata Piana”, posto nella pianura in direzione di Venafro, fu raso al suolo dalle truppe saracene chiamate come mercenarie in queste contrade da Redelchisio, principe longobardo di Benevento, nell’anno 863. Di questa primitiva costruzione non esiste nessuna fonte figurativa: l’aspetto attuale del complesso è quello trecentesco, tipico dell’architettura angioina , con le caratteristiche torri cilindriche poste su basi tronco-coniche di notevole altezza, che ne rendono evidente al funzione primaria eminentemente difensiva.
Nel tempo, gli eventi storici, operando trasformazioni, arricchimenti e sottrazioni, hanno configurato il nuovo aspetto del Castello trasformandolo da fortezza in residenza. Il lato verso la valle del Lete venne alleggerito con una loggia che oggi appare murata ed all’interno si realizzò una diversa distribuzione degli ambienti.
La Storia del Castello
Fonti storiche documentabili danno per certa l’esistenza di Prata fino dal 600 d.c., sotto il Ducato di Arechis principe longobardo. Nel periodo Angioino diviene feudo della famiglia Villa Coublai (a. 1271) seguita da quella dei Capuano, dei Sanframondo e dei Pandone, quest’ultimi originari di Capua ...
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Lo schema planimetrico che ricalca quello primitivo, di forma rettangolare, si articola intorno ad un cortile la cui pavimentazione di roccia poggia su una cisterna dove confluiscono le acque piovane provenienti dai tetti.Un pozzo consente l’utilizzo dell’acqua anticamente unica fonte idrica per gli abitanti del Castello.
Un primo portone, subito dopo l’arco d’ingresso del Borgo medioevale, introduce alle rampe d’accesso al Castello, costruite in pietra, ad ampie gratinate e tornanti che terminano con una spianata da cui si domina una parte del Borgo sottostante. Il portale di fattura ottocentesca porta, in alto, la data che segna la fine dei restauri effettuati dalla famiglia che è tutt’ora proprietaria del Castello.
Il portone d’ingresso di apre su un androne in pietra viva e su una scalinata che conduce al cortile interno che separa le due ali del Palazzo e su cui si affacciano le finestre di alcuni ambienti. Le stanze abitate sono distribuite su tre piani. Un documento del 1742 descrive in parte la suddivisione dei locali: una piccola chiesa dentro, stalle, pagliero e stanze per la gente di servizio ed altri comodi e cortile cisterna d’acqua e legna con rimessa per le carrozze, sito posto in questa terra loco detto la “portella”.
L’impossibilità carrabile delle rampe d’accesso impediva infatti il transito alle carrozze fino all’ingresso principale , è pertanto da dedurre che tale rimessa corrispondesse all’attuale “Frantoio” con macine in pietra tutt’ora funzionanti, anch’esso parte del complesso monumentale e inserito tra le basi delle due torri maggiori e con ingresso dalla piazzetta detta oggi “lago Portelle”.
Il piano terraneo, raggiungibile con una comoda scala in pietra viva, ospitava anticamente i locali per la servitù ed alcuni depositi. Tutto il pavimento è di roccia e rivela come il complesso sia stato edificato assecondando la conformazione naturale del terreno. Ai lati alcune pareti dell’ampio locale , anch’esse di roccia, mostrano segni regolari dello scappello utilizzato per renderne più uniforme l’andamento.
Due di queste pareti corrispondono ai lati della cisterna . Un grande pilastro sostiene parte delle volte su cui poggiano le stanze del primo piano.
Precede il vano delle cantine la stanza della prigione che occupa la base della cosiddetta “Torre Piccola”. Si tratta di un vano circolare utilizzato su due piani come lasciano immaginare i graffiti sull’intonaco ricavati con strumenti di fortuna e che sfiorano quasi la volta. Le pareti di questo ambiente portano incise le emozioni dei prigionieri attraverso i loro scritti e disegni: profili di cavalieri figurine maschili e femminili, Calvari con la croce sulla sommità, linee verticali a segnare il passaggio dei giorni, piccole barche, uccelli questi ultime forse segno della libertà perduta.
Il primo piano, adibito ad abitazione dei proprietari reca più evidenti i segni degli interventi di modifica realizzati nel tempo come rivelano alcune incongruenze negli attacchi delle murature. I due ampi vani, posti dopo il cortile e completamente privi di copertura mostrano, anche se solo in parte, gli accorgimenti difensivi predisposti al momento della costruzione del castello il cammino di ronda che collegava maggiori, le tracce del tetto che correva internamente alle mura stesse, la scala interna alle mura della torre nord e sostituita, presumibilmente del secolo XVIII, da una scala a vista di cui rimangono tracce ben visibili.
Nel vano più spazioso dell’ala sinistra, sono ancora visibili zone di intonaco dipinto, la cappa di un camino, finestrini circolari che guardano verso il cortile e che davano luce ad un corridoi di cui recentemente si è rinvenuta la pavimentazione. Le finestre rettangolari poste in alto del medesimo vano fanno supporre ambienti posti al secondo piano e comunicanti con quelli tutt’ora abitati.
All'interno della torre Nord alla quale si accede da questo ambiente, è posto un affresco con racemi ed una piccola Annunciazione. E' probabile che in questo luogo fosse posta la piccola Chiesa descritta nel documento del 1742 già citato.
Il secondo piano al quale si accede mediante una scala ottocentesca di cotto,ripercorre la suddivisione delle stanze del piano abitato. Da qui è possibile raggiungere la terrazza posta sulla Torre Piccola e dalla quale si può ammirare l’intero Borgo Medioevale spaziando fino alla pianura verso Venafro a Nord e alla Valle di Pratella a Ovest.
In alcune sale sono ospitati due Musei, uno storico e l’altro delle Civiltà Contadina, per entrambi l’ordinamento segue un metodo scientifico secondo criteri che si sottraggono al concetto di “collezione privata” per divenire museo pubblico. Ai due musei è stato concesso il Patrocinio da parte del Ministero dei Bni Culturali e Ambientali , Soprintendenza di Caserta e Benevento.
I Musei
Nel Castello di Prata Sannita trovano posto tre Musei frutto di lunghe ricerche e di studi che ne hanno consentito l’ordinamento secondo un metodo scientifico.
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Il Territorio e il Borgo
Il territorio di Prata è situato all’interno della Regione Campania, quasi all’estremo Nord, ai confini del Molise ed è compreso nell’antica regione asannitico-irpina.
Scopri di piùLe Attività del Castello
L’Associazione Castello di Prata Sannita, ha come finalità la valorizzazione della cultura come mezzo di promozione del territorio.
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